
Emergono ulteriori retroscena in merito alla riunione che è avvenuta ieri tra i giocatori e Carlo Ancelotti.
Anche il leader calmo nel suo piccolo si arrabbia: e quando il Napoli scopre d’essere quasi sul ciglio d’un burrone, con la classifica che divora (per il momento) qualsiasi aspirazione, Carlo Ancelotti «cancella» le sue buone abitudini, rievoca il proprio passato, entra in tackle e ordina. «Si sta qua, in ritiro, sino alla partenza per Udine». L’Ancelotti che non ti aspetti è uscito dal proverbiale aplomb, ha accantonato sulla sua panchina adesso cigolante la sua signorilità.
Non ha urlato perché non ne ha bisogno, ma ha guardato in faccia, uno ad uno, quella squadra che l’ha deluso ripetutamente e che ora deve aiutare se stessa a superare questa crisi non solo tattica, non solo tecnica, ma anche di identità. «Basta! Non si può andare avanti così». E allora, la legge di Carletto: «Ora si fa come dico io». E questa è la sintesi del pensiero di Carletto nell'ora di faccia a faccia a Castel Volturno con i calciatori: addio alla linea morbida alla maniera internazionale di interpretare il ruolo di manager - tanto che ieri è stato annullato il giorno di riposo - e soprattutto regole, impegno e responsabilità. A riferirlo è l'edizione odierna del Corriere dello Sport.